Access City Awards: il premio che fa la differenza

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Che il riconoscimento dei diritti umani indispensabili non sia un argomento del quale si parli spesso lo sappiamo, che se ne discuta, ancor meno di quanto se ne parli, nelle sedi di competenza purtroppo è un dato che dobbiamo riconoscere.

Ci sono gruppi di persone che ancora rappresentano “minoranze” e non per una questione semplicemente numerica, ma perché viene loro riconosciuta una minoranza nei diritti.

Nelle nostre città vivono persone diversamente abili, anziani e individui in stato di infermità temporanea o permanente che soffrono ogni giorno le restrizioni loro imposte dalla società. Ogni giorno c’è una persona con disabilità che uscendo di casa sa che non potrà raggiungere la sua meta a causa delle barriere architettoniche; ogni giorno molti sanno che trovare un lavoro sarà difficile, se non impossibile, perché non esistono postazioni adeguate o nella peggiore delle ipotesi sono discriminati.

Per questo nascono iniziative come gli Access City Awards, arrivati già alla quarta edizione: un progetto lanciato dalla Commissione Europea per spronare le città degli stati membri dell’UE a migliorare gli ambienti rendendoli più accessibili a persone con disabilità e agli anziani.

Alla competizione, nata nel 2010 per sensibilizzare in materia di pari opportunità, sono stati ammessi tutti i centri urbani con più di 50.000 abitanti che hanno voluto cogliere l’occasione per presentare i loro progetti sull’accessibilità, per la trasformazione degli spazi urbani in ambienti fruibili da tutti e condividere con le altre città le attività svolte in questo settore.

Il primo premio è andato a Göteborg, città della Svezia meridionale, che ha migliorato l’accessibilità ai mezzi di trasporto, agli alloggi e ai posti di lavoro con la creazione di più di 300 posizioni lavorative con assistenza personalizzata.

Il secondo premio è andato a Grenoble, in Francia, e il terzo a Poznan, in Polonia: notevoli i progressi che sono stati attuati in materia di trasporti, istruzione e cultura, sport, turismo, commercio e occupazione.

Nessuna città italiana è arrivata in finale, il nostro percorso è purtroppo ancora troppo lungo. Catania, Siracusa, Palermo, Messina sono molto lontane dall’essere città prive di barriere architettoniche e pienamente vivibili ma allora perché non cogliere l’occasione di questo premio annuale per compiere i primi passi verso il cambiamento?